Una riflessione sullo scompenso cardiaco

11 Agosto 2021
Lo scompenso cardiaco può essere una malattia terminale?

La storia naturale dello Scompenso Cardiaco è caratterizzata da un graduale declino della capacità funzionale, intervallato da episodi acuti di “instabilizzazione”, che contribuiscono ad un andamento peggiorativo; in questa malattia, specie nel suo stato più avanzato, l’elevata mortalità è difficilmente modificabile, la sintomatologia è invalidante, la qualità di vita pesantemente compromessa e l’aspettativa di vita conseguentemente molto limitata. Il trattamento dovrebbe essere principalmente focalizzato sul miglioramento di sintomatologia e qualità di vita, e questo è lo scopo delle cure palliative. Cit da Gavazzi A., Svanoni F., De Maria R.: Le cure palliative nello scompenso cardiaco Ital Cardiol 2012;13(12):827-836
Le Cure Palliative sono definite come: “l’insieme degli interventi terapeutici, diagnostici e assistenziali, rivolti sia alla persona malata sia al suo nucleo familiare, finalizzati alla cura attiva e completa dei pazienti, la cui malattia di base, caratterizzata da un’inarrestabile evoluzione e da una prognosi infausta, non risponde più a trattamenti specifici”. L’Italia ha adottato, con la legge 15 marzo 2010, n. 38, un quadro organico di principi e disposizioni normative per garantire un’assistenza qualificata appropriata in ambito palliativo e della terapia del dolore, per il malato e la sua famiglia. Con questa legge la sofferenza non è più un aspetto inevitabile di un percorso di malattia, ma è una dimensione che va affrontata con serietà e sistematicità, in tutte le fasi e in ogni setting d’assistenza (ovvero anche a domicilio).
Le cure palliative sono rivolte a persone affette da una malattia inguaribile, non solo tumorale come si è soliti pensare, in fase evolutiva ed avanzata. Sono perciò assistibili anche i malati che necessitano di cure palliative affetti da malattie respiratorie, cardiologiche, neurologiche, metaboliche, infettive e post-infettive.
Nello scompenso cardiaco in particolare i benefici della palliazione riguardano: il miglioramento del controllo dei sintomi, il miglioramento della qualità di vita del paziente e dei caregiver, il miglioramento del tono dell’umore, l’azzeramento degli accessi al pronto soccorso e il miglioramento del comfort in generale. Le cure palliative contribuiscono a migliorare la qualità della vita per il malato e la sua famiglia, si tratta infatti di un complesso di cure multidisciplinari, caratterizzate da interventi sanitari (controllo del dolore e dei sintomi), socio-sanitari, psicologici…, erogate da equipe di operatori appositamente preparati, sia a domicilio che in apposite strutture dette “Hospice”. Chiunque può attivare il servizio di cure palliative, il medico di medicina generale, lo specialista (cardiologo, neurologo, nefrologo …) o la famiglia stessa rivolgendosi alle Unità di Valutazione Multidimensionale del proprio distretto, dove troverà degli infermieri esperti in grado di orientare e accompagnare nella scelta migliore per il proprio caro.

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